CROTONE. Sono terminate, le riprese di “Santa Lucia” – “Lux Santa”, un documentario che racconta l’affascinante tradizione popolare di questo pezzo di Calabria dove sacro e profano” si mescolano. La regia è di Matteo Russo, prodotto della società cinematografica “Naffin Tu Si” di Orazio Guarino e Marco Santoro con il sostegno della Calabria Film Commission e in collaborazione con Rai Cinema. La produzione esecutiva è affidata a Vincenzo D’arpe.
Una tradizione millenaria che trova origine nel culto di Hera Lacinia ai tempi della Magna Grecia e che si rinnova ancora oggi, ogni 13 dicembre, per celebrare la luce nel giorno dedicato a Santa Lucia. La troupe è impegnata in questi giorni a “Fondo Gesù”, quartiere popolare della città ionica, noto per tristi fatti di cronaca e di ‘ndrangheta, ma oggi animato da una profonda voglia di riscatto.
Proprio qui, parallelamente a quanto accade in altri rioni della città in questi giorni, viene eretta una struttura totemico-piramidale (con legni di fortuna raccattati qua e là in strada) che viene arsa nel giorno dedicato alla santa protettrice della vista.
«L’idea di “Santa Lucia – Lux Santa”- rivela Matteo Russo – si è materializzata insieme al co-autore Carlo Gallo due anni e mezzo fa, in piena pandemia. Con Carlo ci siamo resi conto che questa tradizione, in quel frangente di smarrimento generalizzato, si stava perdendo completamente tra i quartieri di Crotone: nel senso che prima si potevano contare oltre una decina di fuochi in giro per la città, magari anche tre o quattro per lo stesso quartiere, e che adesso, invece, a stento si possono appuntare sulle dita di una mano. Quindi ci siamo detti: dobbiamo preservare in qualche modo questa tradizione».”
“Santa Lucia” – “Lux Santa” nasce così e i protagonisti di questo documentario sono proprio quei ragazzi di Fondo Gesù che, nonostante tutto e tutti, danno ancora vita a questa tradizione popolare. «Attorno a questo fuoco – spiega Matteo Russo – si nascondono delle storie di vita straordinarie. Abbiamo trovato adolescenti (e non) che hanno dei sogni, delle passioni, che coltivano amicizie profonde e che quindi mostrano di avere un’anima più di tanti altri loro coetanei.
«Ragazzi che non smettono di inseguire i loro sogni e che coltivano la voglia di riscattarsi in questa società difficile».
L’individuazione del cast ha richiesto così circa un anno e mezzo di ricerca. «La scelta di non scritturare gente che avesse avuto un’esperienza precedente in campo cinematografico – spiega il regista – è proprio perché volevamo comunque regalare al pubblico un senso di autenticità».
Oltre all’impegno della società di produzione “Naffin Tu Si”, per la realizzazione del documentario è stato fondamentale l’apporto della Calabria Film Commission e la collaborazione di Rai Cinema.
Il produttore creativo Orazio Guarino crede molto in questo progetto: «Matteo – racconta il produttore – mi aveva parlato già di questo progetto un po’ di anni fa e mi era piaciuto fin dall’inizio, sia perché i protagonisti erano dei giovanissimi ragazzi alle prese con situazioni che definiremmo “da adulti”, ma anche perché dietro al racconto folkloristico della festa si nascondeva molto di più: i loro sogni, i loro desideri e la loro voglia di combattere. Siamo sicuri che questa storia “di provincia” anzi “di quartiere”, assolutamente universale nei contenuti, potrà essere vista da un vasto pubblico internazionale grazie, sia alla partecipazione nei più importanti festival cinematografici, sia grazie alle distribuzioni estere».